Unire i puntini, dieci anni dopo.
Benvenuti in tempi interessanti (cit.)
Se riusciamo a unire i puntini, secondo me, 10 anni dopo, rispetto a quello che sta succedendo adesso e recuperando il potenziale umanistico di questo strumento, provando a proiettarlo nei prossimi dieci, quindici o vent’anni…
Forse possiamo creare delle buone premesse di partenza per fare anche della tecnologia uno strumento al servizio dell’uomo e non permettere agli algoritmi di piegare la nostra coscienza, la nostra possibilità di scelta.
In fondo si tratta semplicemente di conoscere, di fare cultura, di educare, di civilizzare l’utilizzo di Internet. E forse rinunciare, per esempio, ad alcune piattaforme, rinunciare ad alcuni servizi, per entrare finalmente in una logica nuova anche nella frequentazione di questi spazi.
Le ricerche ci dicono che le nuove generazioni stanno già andando in questa direzione, può essere che si pecchi ancora d’ingenuità, ma sta uscendo proprio in queste ore Unframing di Antonio Pavolini, un libro che fa il punto sulla modellazione del mercato giornalistico, dell’industria dei giornali, della stampa, della comunicazione, dell’informazione rispetto a una nuova sensibilità verso la cultura digitale.
Nasce un Centro per la Cultura Digitale, a Milano, in Piazza Oberdan, guidato e diretto da Maria Grazia Mattei, proprio per far convergere queste tematiche.
Sono sempre più numerosi i filosofi, i sociologi, gli antropologi, gli etnologi che ci stanno offrendo spunti nelle loro scritture per ricodificare i nostri habitat alla luce di una Internet che non può più essere considerata estranea al nostro habitat analogico.
Quindi, se è vero come è vero che la pandemia ci consegna un’età ibrida che è fatta di atomi e di bit, di algoritmi e intelligenza umana, di didattica a distanza – ahimè – che non può andare a sostituire la didattica in presenza, non possiamo neanche creare uno scontro anacronistico tra due modalità didattiche altrettanto valide, se questa passa attraverso un’adeguata educazione civica di chi insegna e di chi riceve l’insegnamento.